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Gennaro di Giacomo appartiene alla storia del clero napoletano e per circa un trentennio a quella dell'episcopato meridionale. Eletto vescovo di Alife all'indomani della tragica giornata del 15 maggio 1848, operò in tempi marcati da eventi di straordinaria portata non solo per il Sud Italia, ma per l'intera Penisola e l'Europa. L'autore, sulla scorta di una ricca documentazione d'archivio, fa luce sulla scelta filo-nazionale di questo vescovo della Chiesa meridionale, che nel 1860 si schierò nella sua quasi totalità accanto a Pio IX nella difesa del potere temporale. Il presente saggio, inoltre, offre un interessante contributo alla conoscenza della grande difficoltà che non pochi cattolici ebbero in quel momento di intuire l'irreversibilità del processo storico e i vantaggi che nel lungo periodo potevano derivarne alla Chiesa per realizzare la sua missione religiosa. Una difficoltà che generò disagi nelle coscienze di ecclesiastici fedeli alla Chiesa e di uomini politici sinceramente religiosi, che con responsabilità e compiti diversi agirono in quegli anni tra i più travagliati della nostra storia recente.